Arriva anche in Italia il terzo album dei belgi Yuko, band capitanata da Kristof Deneijs attualmente in tour nel nostro Paese. I ragazzi sono andati a scuola dai Radiohead e lo si sente ad ogni nota: certi gesti della chitarra, ancora di più la batteria (Karen Willems) – specie quando insiste, quasi meccanicamente, in un delicato sincopato sopra linee malinconiche – ricordano tantissimo In Raibows, mentre lo stile vocale di Kristof ibrida felicemente Jonsi Birgisson e Thom Yorke, e questi sono solo esempi per un disco che dall’inizio alla fine omaggia sinceramente i suoi maestri senza risultare mai stucchevole. Con qualche cambio di formazione, infatti, e soprattutto rimboccandosi le maniche – il titolo dell’album, a proposito, è l’avvertimento dato alle donne che durante la II Guerra Mondiale sostituirono i mariti nelle fabbriche – gli Yuko hanno trovato un loro sound affascinante e non catalogabile, raffinato, che sulle reminiscenze di un post-rock nordico (ancora i Sigur Ros, nella loro versione più atmosferica) e dell’esperienza Radiohead innesta melodie più smaccatamente pop e accessibili (While You Figure Things Out) più tutta una serie di elementi disparati ed apparentemente estranei, eppure tutti al posto giusto: barocchismi vari, inserti spiritual (Usually You Are Mine), persino una bellissima voce di soprano (Deborah Cachet) in un paio di tracce; esemplare A Couple Of Months On The Couch, che parte piano e cresce man mano con soprano, cori, fiati, riverbero, sonorità sempre più piene, eppure non ridondante, barocca ma non troppo, mette tutto al punto giusto, finché sul finire pian piano si spegne: semplicemente splendida, chiude come meglio non si poteva un album sorprendente. La copertina è opera del bravissimo illustratore londinese David Foldvari. (Elisa Giovanatti)
[…] con Bathed In Light e Heroine. Le belle melodie sono un campo in cui non scherzano nemmeno gli Yuko, dal Belgio, che vi uniscono una gran dose di raffinatezza. Con il bellissimo ritorno di Villagers […]
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