
Fuori dal tempo. Respiro è un disco fuori dal tempo, lontano da mode sonore, dal cantautorato più trendy e “alternativo”, un po’ nevrotico e che vuole stupire a tutti i costi. Respiro, terza prova dei Pablo e il Mare (voce e chitarra, batteria e percussioni, pianoforte e sintetizzatori, violino, basso elettrico e contrabbasso), è un disco mediterraneo, latino, fresco, pieno di mare, un disco che ti fa stare bene, persino quando, come in A testa alta, si parla della Crisi con la C maiuscola. L’album parte con una milonga gitana, che accompagna il gestore dei bagni Tortuga mentre sistema la sua porzione di spiaggia nel deserto del mattino, prima che parta l’alta stagione. Tortuga è di impatto immediato e riassume la piacevole atmosfera malinconica che scorre per tutto il disco, e forse è per questo che è stato scelto come primo singolo. La delicatezza avvolge Di più, una ballata folk dal ritornello irresistibile, così come quello dell’incalzante Nausicaa. Con Ferdinandea ci si fa trasportare da atmosfere oniriche e acquatiche, lasciandosi affascinare dalla storia dell’omonima isola che apparve e scomparve nel canale di Sicilia. Una leggerissima bossa accompagna l’ascoltatore “a lezione di lentezza” sulla terrazza di Ana Luz (A Bahia). Per contrasto la successiva Ammanta avvolge l’ascoltatore nella nebbia invernale di Venezia, e poi, un po’ come Marco Polo, ci si dirige verso oriente finendo in Giappone, brano che aggiunge tipiche sonorità nipponiche a un impianto rock classico. Respiro si conclude con l’acustica Sottovoce, nella quale due voci si fondono delicatamente con chitarra e violino. Quest’ultimo, insieme al contrabbasso, dà una forte impronta stilistica a tutto l’album del gruppo sapientemente guidato da Paolo Antonelli. (Katia Del Savio)
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