Più giovane di Amy Winehouse, Joss Stone faceva ingresso nel mondo del soul bianco dall’anima black nel 2003, a soli 16 anni, con l’album d’esordio The Soul Sessions, lo stesso anno di pubblicazione di Frank della sfortunata collega. Proprio per la presentazione di quel folgorante album ebbi la fortuna di vedere dal vivo la giovanissima Joss durante uno showcase. Da allora l’artista inglese è riuscita a gestire bene la sua carriera, arrivando a collaborare anche con il supergruppo Superheavy, composto nientepopodimenoche da Mick Jagger, Dave Stewart e Damien Marley. E’ proprio con Damien che la Stone ha scritto le ottime Love me e Wake up, brani inseriti in questo nuovo disco, che ha visto quattro anni di gestazione. Così il reggae è entrato a far parte in modo prepotente nel mondo di Joss, collaborando (nel singolo The Answer) anche con Dennis Bovell, veterano della musica nata in Giamaica che ha lavorato anche con i nostri 99 Posse. La solarità del reggae – in questo album ce n’è davvero tanto – si sposa bene con la freschezza che Joss sprigiona in modo naturale, ma in Water for your soul ci sono anche molte altre sfumature che vanno scovate e apprezzate: il funky dell’incisiva e matura This ain’t love e di Star, morbide sonorità esotiche (Stuck on you, Star, quest’ultima con venature dub e la presenza di un bel coro di bambini), dove vengono inseriti tabla indiane, percussioni africane e asiatiche e altri strumenti “non convenzionali”, sensuali venature fra il mediterraneo e l’r’n’b (Let me breathe, una delle più belle del disco), il delicatissimo soul di Sensimilia e tentazioni hip-hop. Il disco, forse un po’ troppo lungo (14 tracce), punta verso gli attuali gusti musicali della cantautrice (l’acqua per l’anima del titolo si riferisce proprio al suo rapporto con la musica), invece che a inseguire a tutti i costi i vertici delle classifiche con brani forzatamente modaioli. Del resto si dice che la stessa Amy Winehouse dopo Back in black avesse intenzione di fare un disco reggae, in collaborazione proprio con Damien Marley, ma che la Island non approvò il progetto… (Katia Del Savio)