Secondo Ep per i torinesi The Yellow Traffic Light, uscito per il collettivo We Were Never Been Boring, To Fade At Dusk regala un’interessante commistione di sogni psichedelici anni ’60 e shoegaze anni ’90. Molto curate le parti strumentali, con le chitarre molto riverberate a costruire scenari psichedelici su ritmiche decisamente post-punk, su cui si inserisce con buone melodie la voce di Jacopo Lanotte, sfacciata quanto basta. Unica eccezione in scaletta è Burger Shot, che per raccontare una storia di emarginazione razziale, alienazione e sconfitta adotta un sound duro e sporco. Più puliti, anche se non immuni da nervosismi, gli altri tre pezzi, a partire dall’iniziale e travolgente Hideaway fino alla lunga cavalcata Fall, che chiude in sfumato 20 ottimi minuti che ci fanno sperare di ritrovare presto all’opera il quartetto. Ma l’episodio più riuscito è forse il singolo Cole Drives Too Fast, che assimila alla perfezione i modelli anglosassoni e li restituisce in una prova di sicura qualità. (Elisa Giovanatti)