Ascoltare Francesco Di Bella è come fare un tuffo nella metà degli anni ’90, quando la musica italiana ebbe un sussulto, quando esplose una nuova creatività e nacquero moltissimi gruppi, che diedero una scossa, non solo artistica, ma anche culturale a un Paese forse un po’ troppo intorpidito. Francesco Di Bella allora era il leader dei 24 Grana, una delle band, insieme ai 99 Posse, agli Almamegretta, a Neffa e i Messaggeri della Dopa e ad altri, che dal Sud contribuirono fortemente a questa rivoluzione indie, una rivoluzione che, anche se un bel po’ assopita, ha effetti benefici ancora oggi. Ed è proprio con la collaborazione di alcuni di quei colleghi che, lasciati i 24 Grana, Francesco ricomincia con un album solista. Il titolo richiama l’attenzione nei confronti di Gianturco, quartiere periferico di Napoli, ex zona industriale che avrebbe dovuto essere riqualificata e modernizzata, ma che in realtà secondo i suoi abitanti è stata abbandonata a se stessa. L’aggettivo “nuova”, aggiunto da Di Bella, può essere visto quindi con ironia o con speranza, perché l’album racconta sì di gente che fugge dal degrado (Gina se ne va, bellissima), che è arrivata a Napoli scappando da un Paese lontano e portando con se tanta malinconia (Aziz, con i 99 Posse) che si vorrebbe ribellare agli “invasori piemontesi” (la cover di Briganti se more, scritta nel ’79 da Carlo D’Angiò ed Eugenio Bennato) ma lo fa con una delicatezza infinita, senza urlare, con uno sguardo benevolo, provando a far emergere punti di vista positivi (come nella “souly” Progetto – secondo singolo che sembra stato scritto per Neffa, che infatti vi canta – oppure nella conclusiva Guardate fori), o sogni di un futuro migliore (il primo singolo Tre nummarielle). Il disco ha un suono fresco e moderno: elettronica e strumenti acustici si fondono in modo compatto grazie alla raffinata produzione di Daniele Sinigallia, con il quale Di Bella aveva già lavorato al precedente disco, di cover, intitolato Francesco Di Bella & Ballads Cafè, e che qui è attivo anche come musicista (chitarre e programming). Disco da ascoltare ripetutamente. (Katia Del Savio)