Tag Archives: Claudio Rocchi

AMERIGO VERARDI, HIPPIE DIXIT, THE PRISONER REC. 2016

In questo doppio album dell’artista pugliese c’è molto indie rock anni Novanta ma l’istinto mi spinge più in là di così fino a riabbracciare lo spirito libero di Volo magico di Claudio Rocchi. Quindi ci sono gli anni Novanta ma anche molto più – forse, a ben vedere, solo loro – gli anni Settanta con tutte le loro sfumature/contraddizioni musicali e culturali. Mentirei spudoratamente se annunciassi semplicemente di essere di fronte a un buon album: Hippie dixit spinge il critico e l’ascoltatore a sbilanciarsi ben oltre il già sentito dire, fino a perdersi nelle sue complesse ed affascinanti pieghe sonore. La suite intitolata L’uomo di Tangeri, brano che apre le danze, è un esplicito invito a testare di persona l’incognita del viaggio, sia esso quello fisico o quello trascendentale che inevitabilmente ne consegue. Riprendendo la lezione di Rocchi, Amerigo Verardi non si pone limiti fisici all’esplorazione e così facendo dilata in tutte le direzione le sensazione che nutrono e accompagnano il viaggio. I richiami world non spiccano ma servano a fortificare le fondamenta dell’album in una maniera che non potrà che risultare sorprendente. Brindisi dedicata con cosciente coscienza sentimentale alla natia città abbatte il tabù di Lou Reed e sfronda il rock contemporaneo da ogni residuo pudore nei confronti del passato. Le cose non girano più e A me non basta, con la loro essenza “terrena” chiudono di fatto la tracklist di un percorso affascinante che, però, si percepisce idealmente non accetta la parola “fine”: Amerigo Verardi, si lascia così alle spalle il compiuto e comincia già ad ipotizzare e figurarsi forme e dimensioni dell’incompiuto all’orizzonte. Hippie dixit, un disco coraggioso come la scoperta di un continente. (Matteo Ceschi)

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GIANNI MAROCCOLO & CLAUDIO ROCCHI, VDB23/NULLA È ANDATO PERSO, ALKEMI/ALA BIANCA 2015

Rocchi & Maroccolo

Nato da un progetto di crowdfunding del 2013 e circolato in edizione limitata, ora l’ultima esperienza discografica di Claudio Rocchi, realizzata insieme a Gianni Maroccolo, arriva a godere di una seconda ed inaspettata vita grazie alla decisione presa di comune accordo dallo stesso Maroccolo e dall’etichetta. La dipartita dell’autore di Volo Magico ha spinto il co-autore del lavoro ad andare contro l’ultima volontà dell’amico e a condividere insieme ai numerosi fan rimasti a bocca asciutta un’ultima splendente memoria sonora. VDB23 non è un’ermetica testimonianza di quello che fu. Anzi, per la varietà dei suoni prodotti e per l’intensità e la sinteticità del messaggio verbale suona molto più come un necessario conato di vitalità di fronte a quelle avversità cui la vita talvolta ci sottopone. La sorpresa di passare dalle atmosfere industrial-noise della title track alle suggestioni neo-psichedeliche di Torna con me, vicine al Rocchi classico, spingono ad approfondire e partecipare ancora più a fondo alla natura ultima: all’ascoltatore il privilegio di assistere a una dissociata jam cosmico-terrena in cui anche il dolore per la fine imminente trova con estrema naturalezza il suo suono distintivo. (Matteo Ceschi)

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