Tag Archives: CSN&Y

WHITNEY, LIGHT UPON THE LAKE, SECRETLY CANADIAN 2016

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Arrivo con un certo ritardo alla scoperta di Light Upon The Lake, ma per fortuna ci arrivo, e farlo d’estate, con tutto quello che l’estate si porta dietro (il caldo, la spossatezza, la voglia di vacanze e di evasione) non è affatto male. Anche perché questo disco è perfetto da ascoltare in macchina col finestrino abbassato, nei vostri stanchi vagabondaggi pre vacanzieri, e capita anche che ci faccia dimenticare di essere in una tangenziale milanese trasportandoci per un po’ nelle sconfinate lande americane, con il sole battente e il vento che scompiglia i capelli. I protagonisti sono Max Kakacek, ex chitarrista degli Smith Westerns, e Julien Ehrlich, ex batterista degli Unknown Mortal Orchestra, qui anche voce. La voce, ecco, bisogna dirlo subito: un falsetto a volte un po’ mieloso, che o ti piace subito o non ti piace. Il duo, coadiuvato da un buon numero di altri musicisti, fra cui William Miller con il suo prezioso contributo ai fiati, si è formato l’anno scorso ed esordisce inserendosi perfettamente nella tradizione del folk-rock più classico: il pensiero va immediatamente agli anni ’70 (Neil Young, The Band), ma anche a Jeff Tweedy e i suoi Wilco, se vogliamo avvicinarci ai nostri giorni. No Woman, il primo soave brano, è di una luce abbagliante, e per intensità emozionale è di sicuro uno dei vertici di questo album. Si procede poi speditamente, in un delicato soft-rock fatto di piccole miniature, pezzi di pochi minuti dalla scrittura squisitamente melodica, infarciti di Americana e CSN&Y (la bellissima titletrack), di speranze, spensieratezza e insieme nostalgia, ma sempre a finestrino abbassato (No Matter Where We Go). Niente di rivoluzionario, intendiamoci, semplicemente un bellissimo disco. Serve altro? (Elisa Giovanatti)

 

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SUNDAY MORNING, INSTANT LOVERS, STONEBRIDGE RECORDS/A BUZZ SUPREME 2015

sundaymorning

Nella carriera dei Sunday Morning c’è stato un vuoto durato una decina d’anni – in cui ciascuno dei componenti ha preso una strada diversa – ma poco importa: il fatto è che Instant Lovers, secondo disco della formazione cesenate, arriva come se non fosse successo niente, fresco, spontaneo, lungo il filo di una consapevolezza che non si è mai interrotta. La provincia romagnola abbraccia (perché sì, questo è amore) la sponda californiana degli Stati Uniti e, con qualche spruzzata di indie-rock britannico anni ’90, si esprime in un lavoro non nuovo, non rivoluzionario, ma perfettamente riuscito. E non è poco, perché la leggerezza con cui scorrono i 10 pezzi di Instant Lovers è uno di quei piccoli miracoli che ogni band ricerca per anni e anni. Reminiscenze di Byrds, Big Star, CSN&Y ci trasportano in grandi spazi aperti, con bellissime e contagiose melodie (Instant Lover, Drifting) che nascondono sotto l’apparente levità molta ricchezza e sapienza compositiva; il sound prettamente chitarristico dei Sunday Mornig si concede anche molte ballatone alla Wilco (ma anche i Jayhawks tornano alla mente) e qualche pezzo più duro e ritmato – ottima e incalzante 41:73 Faith (Buffalo) – regalandoci nel complesso un album godibilissimo e senza tempo. Ocean chiude delicatamente un lavoro davvero ben fatto. Bentornati, speriamo sia un nuovo inizio. (Elisa Giovanatti)

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