Tag Archives: dub music

PRIMAL SCREAM, CHAOSMOSIS, A FIRST INTERNATIONAL 2016

Chaosmosis

Li avevo lasciati negli anni Novanta con l’indimenticabile – almeno per me – Screamadelica ed ora me li ritrovo nuovamente a riempire i miei padiglioni auricolari. Senza pregiudizi ho comprato e iniziato a suonare Chaosmosis. E proprio grazie a questo approccio à la “non mi aspetto niente”, sono riuscito a godermi fino in fondo la nuova fatica della band di Bobby Gillespie e soci. A partire dal singolo assolutamente e meravigliosamente pop Where the Light Get In, un inno al divertimento che molto deve alle idee sonore dei Pet Shop Boys (tornati di recente in scena). E proseguendo con il resto della ricca tracklist che, alla fine, nessun rimpianto per il passato lascia. L’uomo (e con esso la musica), non dimentichiamocelo, è destinato ad evolversi e ad assecondare i mood del momento. E a quanti ancora vorrebbero sentire echi di dub e di sperimentazione, Gillespie strizza spudoratamente l’occhio con la psichedelica Golden Rope e con Autumn in Paradise, brano dalle atmosfere electro che rievoca un po’ Serge Gainsbourg e un po’ i Depeche Mode. Chaosmosis è un album pop in tutto e per tutto, e proprio per questa sua imprescindibile natura non potrà non piacere ad un’ampia ed eterogenea fascia di pubblico. (Matteo Ceschi)

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SLEAFORD MODS, DIVIDE AND EXIT, HARBINGER SOUND 2014

Sleaford Mods_easy

Come l’esuberante e insistente spuma di una birra alla spina, la musica del duo di Grantham, località che ha dato i natali al primo ministro inglese Margaret Tatcher, sale inesorabilmente fino a bagnare le orecchie assonnate. Gli Sleaford Mods, ultima novità d’oltremanica, possiedono l’aggressività del punk primordiale – sia nei suoni minimal, opera di Andrew Fearn, che nelle lyrics – i ritmi ipnotici del krautrock dei CAN (da ascoltare Liveable Shit) e la veemenza di uno spoken word che nella sua scansione frenetica e ingorda della quotidianità acquisisce, in fondo alla gola del cantante Jason Williamson, la velocità di uno speed-talk che rilancia la voglia di una critica sociale dettata null’altro che dal buon senso comune. Il tutto, certamente, darà alla testa senza però necessariamente lasciare in chi ascolta i fastidiosi postumi del “giorno dopo”. Rispetto a precedenti tentativi nati tra le pinte dei pub – ad esempio, The Streets ancorato più a sonorità dub-step – la scelta degli Sleaford Mods di abbracciare l’approccio punk – la musica “contro” per eccellenza – facilità di molto la diffusione delle semplici ma efficaci intuizioni sonore di Divide and Exit anche sul continente. Williamson & Faern, due riottosi e spigolosi working class heroes, sembrano uscire direttamente dalle scene tagliate di Trainspotting. (Matteo Ceschi)

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JOHN FRUSCIANTE, ENCLOSURE, RECORD COLLECTION 2014

John-Frusciante-Enclosure

La follia spesso e volentieri è sinonimo di genialità. Lo è sicuramente nel caso di John Frusciante, ex-chitarra dei Red Hot Chili Peppers. E lo è in una maniera sempre più evidente e fulgida. Fin dalla copertina del nuovo Enclosure, si intuisce la volontà dell’artista di comunicare con il pubblico ma di volerlo fare alla sua maniera, da un punto fisicamente distante e, soprattutto, separato dal mondo. Da una enclosure, appunto. A noi ascoltatori l’arduo compito di decifrare i messaggi sonori, di renderli pubblici e di ridurre la distanza dal rifugio creativo dove tutto nasce nella solitudine. Solo così attrezzati, si sarà in grado di immergersi nella follia sonora di Mr. Frusciante arrivando a scorgere gradualmente il sentiero intrapreso dalla musica, tra evoluzioni chitarristiche “funkadeliche”, effetti e un tripudio organizzato di campionamenti stile Eighties che dal rock premono verso atmosfere tra il dub e il trip hop. Nel complesso un’ottima prova – forse una delle più convincenti della carriera solista del chitarrista – che lentamente si depositerà per maturare in fondo al vostro cervello. (Matteo Ceschi)

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