Tag Archives: Franco Battiato

SE IL MONDO FOSSE INDIE…

NANO

… Ci sarebbe sicuramente meno omologazione sonora. Forse un’osservazione scontata, ma pur sempre da ribadire in un mondo appiattito sulle impellenti esigenze dei format televisivi. Intendiamoci, i grandi nomi da cui trarre ispirazione sono sempre quelli ma un artista libero dall’assillo dello share e dei like sui social è decisamente più indipendente e libero di sviluppare il proprio gusto. N.A.N.O., all’anagrafe Emanuele Lapiana, membro fondatore dei C.O.D., guarda con uguale affetto a Franco Battiato e ai Tiromancino per realizzare con Bionda e Disperata (FiabaMusic/SELF) la sua visione artistica del mondo. Quattordici brani delicati e ben pensati che lasciano nell’ascoltatore non tanto l’agrodolce gusto del déjà vu, bensì la speranza che, infine, qualcosa nel music business sia ancora vivo e non condizionabile. L’esempio del cammino artistico di Lapiana è Giga, un brano che fa pulsare tutta l’italica creatività pur non tralasciando l’esotismo di un’esterofilia che punta direttamente al nord dell’Europa. Alle esperienza extraeuropee, in particolare a una fusion in stile Carlos Santana, guarda con convinzione ed intenzione Larry Manteca con il suo Zombie Mandingo 2. Il risultato è sorprendentemente funky & cinematografico e accresce nell’ascoltatore il desiderio di vedere i suoni accompagnati dalle immagini. Insomma, lasciate che ve lo ripeta per l’ennesima volta: BE INDIE, BE FREE! (Matteo Ceschi)

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IL MARE VERTICALE, UNO, NEW SONIC RECORDS 2015

ilmareverticale

Progetto nato a Roma nel 2013, Il Mare Verticale propone un rock alternativo che subisce il fascino del post-rock britannico più astratto e in ugual misura del pop colto alla Battiato, rielaborando il tutto in un risultato di grande capacità evocativa e forte impatto emotivo. Primo disco per questi giovani romani, Uno stupisce per la maturità del dialogo fra gli strumenti e l’espressione di un sound che è frutto di una concezione unitaria. Il sintetizzatore è efficacissimo nel dipingere atmosfere introspettive con movenze cinematografiche (Tokyo), su cui si innestano chitarre e armonie molto Mogwai-style e ritmiche delicate: è un ripiegamento interiore fatto a musica, con atmosfere introspettive e perlopiù downtempo che non escludono però violente esplosioni strumentali. L’estremo scavo esistenziale è il centro dei brevissimi testi, in italiano: sfrondati di tutto il superfluo hanno densità e peso specifico notevolissimi, e tuttavia fluttuano leggeri sui suggestivi tappeti strumentali, sussurrati da una voce (Francesco Mauro) che non vuole mai emergere. (Elisa Giovanatti)

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COLAPESCE, EGOMOSTRO, 42 RECORDS 2015

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“Dentro la bocca dell’io estraggo il dente”. Inizia così il secondo album di Colapesce che ruota intorno al concetto di egocentrismo, legato in particolare allo smisurato uso di selfie e autocompiacimento sui social network. Per dare forma a questo concetto l’artista siciliano ha fatto stampare la sua statua in 3D alta 30 cm che vedete nella copertina. Manifesto dell’album è proprio la titletrack Egomostro, un elettropop anni ’80 che ironizza: “non c’è scampo per il cibo, è già condiviso ancor prima di mangiare”. Colapesce (alias Lorenzo Urciullo) si conferma un ottimo paroliere capace di evocare immagini originali, come quando nell’eterea L’altra guancia descrive la sensazione dello scorrere del tempo con queste parole: “ci sono dei giorni in cui le ore sono briciole/raccolgo i minuti sopra al tavolo/la vita è solo una manciata di domeniche”. E poi, in Copperfield, brano fra i più belli del disco, con diversi strati sonori e cambi di rotta, nel ritornello scrive: “le emozioni no, neanche Copperfield può farle sparire, non c’è una formula che fermi una lacrima, uno tsunami dentro”. Elettronica, strumenti e cantautorato funzionano alla perfezione anche in questo secondo lavoro dell’artista che tre anni fa fece gridare al miracolo la critica con Un meraviglioso declino. In alcuni brani, come Reale, il nostro sembra aver imparato la lezione dell’ultimo Battisti, in altri, come nel ritmato Brezsny (dedicato proprio all’oroscopista della rivista Internazionale Rob Brezsny) è forte il richiamo di Battiato. Da vedere, infine, il provocatorio video del singolo Maledetti italiani in cui un cicciotello bambino nero distrugge le immagini di celebri personaggi italiani: politici, artisti, intellettuali, stilisti, imprenditori sportivi, ecc. Per questo album Colapesce si è avvalso della collaborazione di uno stuolo di musicisti di varie provenienze artistiche ed è prodotto dallo stesso Lorenzo insieme a Mario Conte, collaboratore, fra gli altri, di Meg. Complimenti alla 42 records, capace come sempre di cogliere, come nel caso ad esempio dei Drink to me, strade trasversali per raggiungere il bello in musica. (Katia Del Savio)

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A ROMA ARRIVANO GLI OSCAR DEGLI INDIPENDENTI

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Dal 6 all’8 febbraio il MEI, partner di Indiana, sbarcherà a Roma, al Pelando Factory-Macro Testaccio, con una tre giorni di musica, incontri ed esposizioni intitolata “Oscar degli Indipendenti – Roma caput Indie”. In quell’occasione sabato 7 verranno premiati i vincitori del PIMI (Primio Italiano Musica Indipendente) e del PIVI (Premio Italiano per i migliori Videoclip Indipendenti). Anticipiamo qui i nomi degli artisti vincitori: Riccardo Sinigallia si è aggiudicato il riconoscimento per il Miglior Album dell’anno con “Per tutti”, i Virginiana Miller, con “Venga il regno”, riceveranno il premio come Miglior Gruppo e Vasco Brondi (Le Luci della Centrale Elettrica) quello per il Miglior Solista per l’album “Costellazioni”. I Bud Spencer Blues Explosion hanno vinto la categoria Miglior Live. Il premio come Miglior Esordio è stato assegnato ai Soviet Soviet con “Fate”, mentre il riconoscimento per la Miglior Autoproduzione va a “In primavera” dei Foxhound. La Woodworm di Arezzo e la Tannen di Verona sono state considerate ex aequo le miglior etichette dell’anno, mentre Taketo Gohara riceverà la palma come miglior produttore (Marta Sui Tubi, Verdena, Edda, Brunori Sas, Ministri, Vinicio Capossela). Per quanta riguarda il PIVI i premiati sono Marta Sui Tubi con Franco Battiato, gli Zen Circus, Salmo, Paolo Benvegnù, Mannarino, i Fast Animals and Slow Kids e i Be Forest. Nel corso delle altre giornate ci sarà inoltre spazio per concerti, presentazioni e, l’8 febbraio, per gli Stati Generali della Musica con workshop dedicati alla distribuzione digitale, alla musica dal vivo, al diritto d’autore e molto altro, oltre al Campus Mei, durante il quale professionisti del settore analizzeranno i demo delle band emergenti.

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PREMI MEI, ECCO I VINCITORI CHE VERRANNO PREMIATI A ROMA

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Dal 6 all’8 febbraio il MEI sbarcherà a Roma con una tre giorni di musica, incontri, presentazioni ed esposizioni. In quell’occasione sabato 7 verranno premiati i vincitori del PIMI (Primio Italiano Musica Indipendente) e del PIVI (Premio Italiano per i migliori Videoclip Indipendenti). Anticipiamo qui i nomi degli artisti vincitori: Riccardo Sinigallia si è aggiudicato il riconoscimento per il Miglior Album dell’anno con “Per tutti”, i Virginiana Miller, con “Venga il regno”, riceveranno il premio come Miglior Gruppo e Vasco Brondi (Le Luci della Centrale Elettrica) quello per il Miglior Solista per l’album “Costellazioni”. I Bud Spencer Blues Explosion hanno vinto la categoria Miglior Live. Il premio come Miglior Esordio è stato assegnato ai Soviet Soviet con “Fate”, mentre il riconoscimento per la Miglior Autoproduzione va a “In primavera” dei Foxhound. La Woodworm di Arezzo e la Tannen di Verona sono state considerate ex aequo le miglior etichette dell’anno, mentre Taketo Gohara riceverà la palma come miglior produttore (Marta Sui Tubi, Verdena, Edda, Brunori Sas, Ministri, Vinicio Capossela). A settembre, durante l’edizione del ventennale del Mei era già stato assegnato il premio Speciale 2014 a Mannarino. Per quanta riguarda il PIVI i premiati sono Marta Sui Tubi con Franco Battiato, gli Zen Circus, Salmo, Paolo Benvegnù, lo stesso Mannarino, i Fast Animals and Slow Kids e i Be Forest.

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LORENZO PALMERI, ERBAMATTA, MESCAL 2014

Cover erbamatta

Uno che ha studiato con l’artista Bruno Munari e che lo considera come suo punto di riferimento, merita per me già di essere ascoltato. Lorenzo Palmeri è un apprezzatissimo designer, le cui opere sono esposte nei musei di tutto il mondo. Fra queste c’è Paraffina, chitarra in alluminio da lui progettata, strumento del quale non poté più fare a meno un signore chiamato Lou Reed. La fusione fra le due passioni di Lorenzo Palmeri, musica e design, è racchiusa in questo suo secondo album, decisamente elettropop, al quale collaborano fra gli altri Pacifico (nel bel brano di apertura Memorie selettive), Saturnino, Davide Ferrario e il duo femminile Lovecats (vedi l’ipnotica elettro-folk Tutto scorre). Lo stile di Erbamatta oscilla fra Franco Battiato e i Fluon (tutti suoi amici che si sono fatti sentire nel disco di debutto Preparativi per la pioggia) con una linearità musicale matematica, accompagnata dalla voce spesso volutamente asettica di Lorenzo, che descrive un mondo algido (Milano muore, Cenere), ma che conclude l’album con l’agrodolce ballata Essere me. Naturalmente la colorata copertina disegnata da Lorenzo fa parte di un più ampio progetto di design che abbraccia diverse forme artistiche. (Katia Del Savio)

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