Tag Archives: I Dischi Del Minollo

AUGUSTINE, PROSERPINE, LA CURA/I DISCHI DEL MINOLLO 2021

Appena ci si posa orecchio, si comincia a provare un attaccamento a questo disco e a nutrire per esso e per la sua autrice un affetto sincero. Proserpine, nuovo creatura di Augustine/Sara Baggini, colpisce per la sua schietta sincerità che trasporta l’ascoltatore verso un cosmo personale in delicato equilibrio tra ciò che la vita dispensa e ciò che, sotto la luce del sole, o se preferite quella riflessa della luna, la stessa vita decide di ritardare o, persino, si rifiuta di dispensare. È un gioco quotidiano con le esistenze quello intrapreso da Augustine insieme a Fabio Ripanucci e Daniele Rotella e a un pugno di altri artisti per scoprire quanta generosità si nasconda tra le note. Rispetto al precedente lavoro Grief and Desire del 2018, in Proserpine le chitarre si ritagliano uno spazio maggiore incidendo a chiare lettere il loro nome nei solchi: lo si intuisce fin dall’attacco della prima traccia Tower Stones, un creatura fantasy la cui anima sonora pare dividersi tra monolitici riferimenti a Kate Bush e slanci verso i mondi sonici bazzicati da PJ Harvey e Björk. La tetra How to Cut Your Veins Correctly prosegue il cammino spingendo Augustine verso un dark teatrale à la Tim Burton – il brano non avrebbe sfigurato nella colonna sonora di Sweeney Todd! Luce e ombre. Chiaro e scuro. La vita, però, scorre come una ninnananna verso le Good News e la conclusione di album decisamente sopra la media. (Matteo Ceschi)

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PRISTINE MOODS, PRISTINE MOODS, I DISCHI DEL MINOLLO 2015

pristinemoods

Ci sono dischi non perfetti che emanano tuttavia un fascino che non lascia indifferenti, e Pristine Moods è uno di questi. Esordio per l’omonima formazione bolognese, raccoglie per la verità una corposa serie di esperienze umane e artistiche: Laura “Matumaini” Masi (voce, ukulele, mandolino, banjo) è già nota per un passato con Minor Swing Quintet, Elanoir, DHOS, e viene qui affiancata da Gherardo Zauber (basso e theremin) e dal talentuoso Michele Venturi (chitarra acustica). Poche note e il trio ci coinvolge immediatamente in una ragnatela di vocalità sofisticate, intrecci armonici ed effetti ipnotici, brani acustici e sinuosi di per sé non particolarmente innovativi eppure bellissimi (Mandala, Gentleman Suits, Grow Up), che guadagnano un sapore elegante e ricercato grazie alle stratificazioni vocali e alla chitarra di Venturi, mentre il misterioso theremin aggiunge qua e là un tocco di magia (N.). Sono davvero spazi d’animo incontaminati (questo il significato del nome, ispirato a Robbie Basho), fiabeschi, non tanto e non solo per l’esplicito riferimento ai Fratelli Grimm (Rumpleskin) ma piuttosto per la sognante resa sonora. Curiosamente, per un album in gran parte giocato sulle armonie vocali, svetta su tutti gli altri brani RWD, unico pezzo in cui la voce tace. (Elisa Giovanatti)

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