Nonostante Binnajah (Buona fortuna), scelto come singolo e come brano di apertura ricordi immediatamente ciò che la Bandabardò faceva più di 20 anni fa, basta passare ai brani successivi per capire che Libero ha un modo tutto personale di interpretare la musica folk nel 2019. Cantato spesso in siciliano, 9 terre utilizza tutti gli strumenti del momento per rendersi contemporaneo senza perdere l’ancoraggio alle radici. Non è facile scrivere un album che fonda sonorità tradizionali con la freschezza data dall’uso dell’elettronica. Libero Reina ci è riuscito dai monti Sicani (in provincia di Agrigento) dove vive suonando chitarra acustica, elettrica, mandolino, armonica, ukulele, piano, didjeridoo, Pad e synth elettronici. Alcuni brani hanno un’attitudine lo-fi e sono semplicemente acustici, come Involuzioni, in altri, come la italo-siculo-francese Au Maghreb, è l’elettronica a farla da padrone. In altri ancora acustica, elettrica ed elettronica si fondono. Il risultato è molto interessante: He yama yo ha dentro di sé echi mediorientali e loop alla Fatboy Slim. Il meraviglioso suono del dialetto siciliano è poi l’ingrediente imprescindibile del disco. Ascoltate ad esempio la dolcissima Angela e mi darete ragione. (Katia Del Savio)
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