Tag Archives: Ibeyi

SORELLE IN MUSICA, LA PLAYLIST DELL’8 MARZO

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In occasione dell’8 marzo abbiamo pensato di regalarvi più di tre ore di musica con artiste provenienti da tutto il mondo e che si esprimono con linguaggi sonori diversissimi fra loro. L’abbiamo chiamata Sorelle, perché anche se molte di queste artiste non si conoscono fra loro ci sentiamo di dire che hanno un sentire comune, che parlino d’amore o di politica, che abbiano cantato negli anni ’30 o che siano ancora in attività. Naturalmente ne mancano tante, ognuno di voi potrebbe dire: ma perché non avete messo questa, perché non avete messo quell’altra? Questo è il “duro mondo” delle playlist! Di sicuro c’è molta black music in tutte le sue sfaccettature e questa volta abbiamo sconfinato anche nel mondo extra indie…Buon ascolto a donne e uomini.

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INDIANA PLAYLIST AUTUNNO

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Torna l’INDIANA PLAYLIST in versione autunnale con 40 minuti di pura musica indie, dieci tracce da sbucciare a una a una come le castagne, per ricominciare da capo. Buon appetito a tutti gli affamati di musica dai Tre Piccoli Indiani.

 

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IBEYI, ASH, XL RECORDINGS 2017

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Ciò che nell’album di debutto delle gemelle franco-cubane aveva lasciato a bocca aperta, inventiva, meltin’ pot di stili e riferimenti (hip-hop, jazz, elettronica, world music si rincorrono in continuazione) ed emozioni forti, in questo secondo lavoro non stupisce più, ma si consolida. Gli effetti speciali hanno fatto posto a uno stile ben riconoscibile, e per due ragazze di 21 anni non è roba da poco. In Ash Lisa-Kaindé e Naomi Diaz (le Ibeyi)  si concentrano un po’ meno sulla forma, ma puntano sopratutto sul contenuto. Il secondo album è quindi un veicolo di comunicazione “politica”, incentrata in particolare su femminismo e diritti civili. Il primo tema è affrontato ad esempio in No man is big enough for my arms, che contiene un frammento di un discorso di Michelle Obama: “La misura di ogni società viene data da come tratta le donne e le ragazze”, frase che si ripete in loop in sottofondo per tutto il brano. Transmisison/Michaellon è una canzone di 7 minuti divisa in più parti, la prima con la bellissima fusione di voci di Lisa-Kaindé, Naomi e la cantautrice e musicista americana Meshell Ndegeocello (anche al basso) accompagnata solo da un leggero piano e dall’effetto “fruscio da vinile”, la seconda con la voce della mamma delle gemelle che in spagnolo cita una parte del Diario di Frida Kahlo (altra icona del femminismo) sulla follia, la terza un crescendo elettronico-percussivo: un brano articolato, in cui le Ibeyi mostrano tutto il loro talento. In Deathless, con l’aiuto di squarci del sax suonato da Kamasi Washington Lisa-Kaindé ricorda la sconvolgente vicenda che la vide protagonista all’età di 16 anni in Francia: venne arrestata perché accusata ingiustamente di essere una spacciatrice e una consumatrice di droga. La polizia la terrorizzò con minacce e la insultò solo per il colore della sua pelle. Deathless diventa quindi una sorta di inno alla resistenza dai pregiudizi. La titletrack, che conclude il disco, è invece contro la politica di chiusura di Trump e, come in altre canzoni di questo e del precedente disco, è cantata in parte in yoruba, lingua che gli schiavi deportati da Nigeria e Benin continuarono a tramandare nei Caraibi e in Brasile, che fa parte della cultura della famiglia Diaz. Le idee di Lisa e Naomi non sono però mai espresse con rabbia, ma con toni pacati intendono sempre stimolare riflessioni. Canzoni pulite, voce e tastiera, come nell’emozionante Waves, si alternano a percussioni ossessive (Away away, che insieme all’iniziale I carried for years, sono una sorta di anello di congiunzione con il precedente album) o più vivaci come in I wanna be like you, dolci (simulando un infantile battito di mani in Vaic), hip-hop (Me voi, con la rapper spagnola Mala Rodriguez): mondi sonori, atmosfere uniche create dalla commistione di voci, strumenti acustici e “trucchi elettronici” che vanno testate di persona più che raccontate. Buon ascolto, allora. (Katia Del Savio)

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INDIANA PLAYLIST ESTATE

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Cari amici di INDIANA, eccoci con la rovente playlist dell’estate con o senza ombrelloni, con o senza tormentoni. Godetevela tutta dalla prima all’ultima traccia, come sempre ricca di sonorità eterogenee. Molte le donne presenti: Mara Redeghieri, Chrysta Bell, Ginevra Di Marco, Julia Stone, Orelle, Io e la tirgre e Ibeyi. Buon divertimento!

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MY FAVOURITE THINGS 2015/KATIA

katia

Non potevo che partire da loro, dalle gemelle Ibeyi, il cui omonimo disco mi ha piacevolmente tormentata per quasi tutto il 2015. Nella mia playlist dell’anno ho inserito la loro River, primo singolo, ma avrei potuto mettere anche moltissime altre tracce piene di spunti provenienti dai generi più disparati: spiritual, elettronica, r’n’b, hip-hop, soul, jazz, musica etnica afro-caraibica. Il secondo brano appartiene a uno di quei dischi da molti definito fra i più belli dell’anno, DIE di Iosonouncane, e il suo titolo è Carne, brano prog di infinita bellezza e completezza. Il terzo è l’elettro-pop Imperfezione, ottima sintesi del mondo sonoro di Meg, artista che non ha bisogno di presentazioni ma solo di nuovi proseliti a ogni suo nuovo progetto. Divertente, originale, sincera, Meg è un esempio per le nuove generazioni di musicisti e cantautori che vogliono scegliere uno stile tutto loro. Una di questi è senz’altro Mimosa Campironi, attrice che ha debuttato nel mondo discografico con La terza guerra, ottima prova ricca di idee e che qui è rappresentata dalla struggente Fakhita, dedicata a una prostituta. Segue la morbidissima, decadente, a tratti stridente ballata L’ultimo saluto – L’addio tratta dal secondo album da solista di Dellera, bassista degli Afterhours, Stare bene è pericoloso, un disco  che omaggia smaccatamente il rock anni ’60 e ’70. Il pop elettronico dalle venature soul H-Pt1 è il brano perfetto dei Terzo Piano, band di Cava dei Tirreni che ha debuttato con Super Super e che meritava di entrare in questa lista per la sua disarmante orecchiabilità. Il “sorriso sonoro” di Erica Mou emerge prepotente da Niente di niente, estrapolato da Tienimi il posto, un album in cui la cantautrice ci insegna soprattutto come si può giocare con la voce, senza strafare, interpretando fino in fondo una canzone. Impossibile non inserire un pezzo di Sananda Maitreya per rappresentare il 2015 in musica per me. Intervistarlo è stato un onore e I wanna breathe è uno dei pochi brani che nell’ultimo complesso e interessante album The Rise of the Zugebrian Time of Lords ha un legame con la vita precedente dell’artista, quando in sostanza si faceva chiamare Terence Trent D’Arby e non pensava ancora al Post Millennium Rock. Il pezzo parla del caso di Eric Garner, ennesimo afroamericano ucciso da un poliziotto bianco americano. Indecisissima fino all’ultimo su quale traccia scegliere dal loro primo album, 10 e 9, alla fine ho inserito la languida I Santi. Sto parlando di IoelaTigre, duo femminile che alterna punk a ballate dolcissime che aveva già colpito la mia attenzione con il suo primo Ep. Chiudono le mie preferenze due autori diversissimi tra loro: Colapesce, con il suo stratificato elettro-pop Copperfield, tratto dal secondo album Egomostro, tutto da ascoltare, e Salvo Ruolo con Malatempu (disponibile attraverso Bandcamp), prima traccia dell’affascinante Canciari patruni ‘un l’è bittà che racconta il Risorgimento dalla parte delle popolazioni del Sud. Un album folk appassionante sia per le vicende raccontate che per la sua ricchezza sonora creata soprattutto da strumenti acustici. Buon ascolto! (Katia Del Savio)

https://salvoruolo.bandcamp.com/track/malutempu

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INDIANA PLAYLIST MARZO

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Siete curiosi di conoscere quali sono le canzoni preferite di INDIANA? Ecco qui gli 11 gustosi brani dell’INDIANA PLAYLIST DI MARZO. Da Haunt me, ballata scarna e poetica della nuova scoperta di Jack White, Oliva Jean, alle melodie saliscendi di The Mountain Fox dei vicentini Di Oach. In mezzo un mare di emozioni provenienti da casa nostra e fuori dalla finestra, tutte rigorosamente emanate da artisti Indie! Fate scorrere la barra di Spotify, ascoltate e condividete.

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CASA DEL MIRTO: SU INDIANA IL TRIO RIVELAZIONE DI STILL

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Cliccate sulla copertina! È online da oggi il nuovo numero di INDIANA MUSIC MAGAZINE, dedicato questa volta alla Casa Del Mirto, trio rivelazione di Still, che si racconta in una bella intervista ripercorrendo l’avventura dell’ultimo album e spaziando fra musica, arte figurativa e molto altro. Yuko, Ibeyi e Di Oach sono le recensioni che completano questo numero 6; non poteva mancare il nostro INDIANA MUSIC CONTEST che guadagna ulteriori cinque mesi. Via col download, è gratis!

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IBEYI, IBEYI, XL RECORDINGS 2015

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Per il disco di debutto delle giovanissime gemelle Lisa-Kainde e Naomi Diaz si è mossa addirittura la XL Recordings (Radiohead, Adele, Jack White, ecc.) Le due diciannovenni, una pianista e cantante e l’altra percussionista, sono figlie d’arte: il padre Miguel “Anga” Diaz era percussionista (maestro di conga) nei Buena Vista Social Club, ma Lisa-Kainde e Naomi giurano di aver iniziato a comporre musica solo dopo la sua morte, avvenuta quando avevano 11 anni. La molteplice provenienza culturale è molto importante per comprendere la loro musica: nate a Parigi, trasferitesi per un po’ a Cuba, dove sono cresciute nella cultura Yoruba, ovvero lingua, religione e tradizioni che gli schiavi deportati da Nigeria e Benin portarono con sé nei Caraibi e in Brasile. Ora vivono di nuovo nella capitale francese con la mamma franco-venezuelana. Un miscuglio così intrigante che non poteva che trasformarsi in una musica ricca di suoni e riferimenti. Così le due sorelle (Ibeyi significa proprio gemelle), molto diverse caratterialmente e anche nei gusti musicali, fra una discussione e l’altra, e con l’aiuto di Richard Russell della XL, hanno costruito un album che fonde spiritual, elettronica, r’n’b, hip-hop, soul, jazz, musica etnica afro-caraibica e molto altro (In Think of you si sentono echi di Ryuichi Sakamoto), unendo in modo molto interessante tradizione e modernità, anche all’interno di ogni singola canzone (River, ad esempio, ha una ricchezza di suoni e di generi sorprendente, così come Mama Says, che rispolvera trip-hop, con l’aggiunta di soul, il tutto accompagnato da un delicatissimo pianoforte). Ibeyi è cantato in inglese, in francese e nella lingua Yoruba e la voce eterea di Lisa ricorda a tratti quella di Bjork e di Sinead O’Connor (ascoltare Oya per credere), ma anche Naomi, che con le sue percussioni fornisce un ipnotico ritmo fondamentale a tutto l’album, contribuisce vocalmente, ad esempio nella finale canzone a cappella intitolata proprio Ibeyi. Le ragazze hanno inserito coraggiosamente molte emozioni legate a dolorose vicende personali, che rendono il disco intenso, oltre che denso. Da non perdere! (Katia Del Savio)

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