Tag Archives: New York City

OLGA BELL, INCITATION, ONE LITTLE INDIAN RECORDS 2015

Incitation

Se si volesse cercare un paragone facile ad uso e consumo della grande distribuzione potremmo dire che Olga Bell ricorda per molti aspetti la Björk delle origini. Poi approfondendo la conoscenza di Incitation si arriverà ad apprezzarne l’originalità sbarazzina e insofferente. La Bell – origini moscovite e radici in Alaska e nella Grande Mela – infatti, sembra fin dalle prime battute volere affermare la propria individualità allontanandosi in un solo colpo dai già citati paragoni e dall’esperienza con i Dirty Projectors. L’appuntamento con il secondo album non brucia le tappe e risulta quello che dovrebbe essere: maturo ma al contempo ancora carico di quell’acerba voglia di dimostrare tutto al mondo. L’EP, cinque tracce, vive, pulsa e sanguina intorno a Pounder, episodio I e II: un’elettronica colta, che ricorda un po’ John Carpenter, si insinua in profondità nei sentimenti di Olga amplificandone la resa e l’impatto sul pubblico e lasciando nell’ascoltatore una sincera voglia di ricominciare daccapo l’esperienza sonora. I due pezzi sebbene eclettici nelle scelte ritmiche possiedono tutti i numeri per vincere le resistenze dei dj e diventare dei club killer. Solo lasciandovi andare alle atmosfere sintetiche e un po’ dark di Incitation, le vostre giornate potranno finalmente raggiungere quelle sfumature “hipster” che da troppo tempo rincorrevate con insuccesso. (Matteo Ceschi)

Advertisement
Tagged , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

OUGHT, SUN COMING DOWN, CONSTELLATION 2015

ought

Orfani di Lou Reed – lui e i suoi Velvet, insieme a Talking Heads e Sonic Youth, sono i pilastri dell’immaginario sonoro della band di Montreal, così newyorkese, così urbano – gli Ought lo omaggiano in qualche modo con Men For Miles, aprendo così il secondo atto della loro carriera, non meno potente e interessante del primo. L’alienante routine quotidiana, le richieste assillanti cui ci sottopone la vita contemporanea, sono il bersaglio preferito di una critica sociale lucida e feroce, spesso incontenibile, tanto da seppellire la melodia sotto l’incessante fluire delle parole. “I’m no longer afraid to die/Because that is all that I have left/ Yes”, dice Tim Darcy in Beautiful Blue Sky, con quel “Yes” cantato con voce quasi estatica e una sorta di senso di sollievo: è l’angosciante riconoscimento di una persona ormai travolta dalla pressante routine, eppure quel “yes” afferma una scelta, vibra, smuove qualcosa. Proprio qui sta il centro dell’album, decadente, corrosivo, disturbante, eppure capace di svelare una vitalità inaspettata. Gli andamenti ossessivi delle tracce sono continuamente increspati da nervosismi, interferenze, spigolosità che forse non sono altro che l’irrompere dell’incontenibile carica istintiva primordiale del quartetto, una vivacità e un vigore che portano con sé i semi di qualcosa di costruttivo; una potenza davvero incisiva, la stessa che si dice sia dirompente nei live degli Ought, ma che ci sembra molto ben presente anche in studio. (Elisa Giovanatti)

Tagged , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

NYCTAPER: ESPERIMENTO DI DEMOCRAZIA SONORA SUL WEB

NYCTaper

La piattaforma statunitense NYCTaper.com ha lanciato da un po’ di tempo, dal 2007 per l’esattezza, un vero e proprio esperimento di democrazia digitale tra amanti della musica ed artisti. Il meccanismo su cui si fonda il portale di archiviazione, sharing & downloading in questione è molto semplice e diretto: 1) amanti della musica si recano quotidianamente a concerti nell’area di New York City; 2) molti di loro registrano con apparecchiature sempre più professionale la performance della loro band preferita; 3) una volta acquisto in digitale il live la persona contatta i diretti interessati, gli artisti, e, se ha il loro via libera, carica in MP3 e in FLAC i brani on-line. In questo meraviglioso circuito virtuoso a chiunque è concesso l’accesso sia per il downlaod che per l’upload con la sola limitazione che l’ultima parola spetta comunque alla band o al cantante registrato che, in ogni momento, può chiedere agli amministratori di rimuovere i files che lo interessano. Senza soffermarmi sulla velocità per lo scaricamento dati a catturare l’attenzione e ad accendere un briciolo di speranza per un futuro più libero della rete è la stretta collaborazione tra pubblico e produttore, tra chi acquista i biglietti dei concerti e i dischi e chi fa musica di mestiere per campare. La qualità delle performance caricate, sia che si tratti di big o di emergenti, è ottima e NYCTaper.com rappresenta al momento un’incredibile finestra sul ricco universo sonoro d’oltreoceano. Noi vi abbiamo avvisato!

Tagged , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,
%d bloggers like this: