Tag Archives: Piccoli Animali Senza Espressione

IN PRINCIPIO IL GRUNGE ERA INDIE… ED INDIE È RIMASTO

Un veloce tuffo nella popolosa e trasandata galassia grunge, e in particolare nella sua matrice indipendente, è il centro di questo ventiquattresimo numero di INDIANA MUSIC MAGAZINE, un’uscita che ci permette anche di salutare, con non poco rammarico, Chris Cornell, immortalato con i suoi Soundgarden negli scatti di Matteo Ceschi durante il loro concerto del 2012 a Milano. Una folta sezione di recensioni vi presenterà poi alcuni degli album più interessanti degli ultimi mesi, a cominciare da Mara Redeghieri e Tanika Charles. Non vi resta che cliccare sulla copertina per il download gratuito. Buona lettura! E grazie, Chris.

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PICCOLI ANIMALI SENZA ESPRESSIONE, SVEGLIO FANTASMA, SUSSURROUND 2017

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A partire dal nome, preso in prestito dall’omonimo racconto di David Foster Wallace, il gruppo toscano mette subito in chiaro la sua vocazione alta, a gettare l’arte oltre l’ostacolo. D’altra parte uno dei fondatori è il bassista Andrea Fusario, ex Virigniana Miller, e i nostri alle spalle hanno già due album, This incanto e Cerco casa vista Marte con la collaborazione di Robin Guthrie dei Cocteau Twins (mica pizza e fichi!). Sveglio fantasma prosegue il progetto ambizioso dei Piccoli Animali Senza Espressione fornendo agli ascoltatori molto materiale da assimilare, elaborare, studiare, fra cantautorato, pop ed elettronica che non annoiano mai. Ogni brano ha senso di esistere con la sua ricerca sonora, che attinge a diversi mondi – musica mediterranea (Oltremare), drum ’n bass (La teoria delle stringhe), mediorientale “battiatiana” (Luminoso, con Nabil Salameh alla voce), rock (la misteriosa, inquietante e intrigante Lupa) – e riferimenti artistici e letterari, da Kafka che si muove per le strade della sua Praga (Vicolo d’oro) a Kandinski che viaggia dalla Russia all’Oriente (ancora Luminoso) fino alla Flatlandia di Edwin Abbott Abbott (Come il quadrato), o geografici (La mia parte lagunare, In cammino). L’album si chiude con un omaggio alla natura ispiratrice, con la sua “pura geometria” celebrata nel brano solo piano e voceTracce separate. L’uso dell’elettronica è preponderante ma quasi mai invadente, umanizzato dalla presenza degli strumenti “veri” e dalla voce adulta e senza tempo di Edoardo Bacchelli. (Katia Del Savio)

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