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IBEYI, IBEYI, XL RECORDINGS 2015

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Per il disco di debutto delle giovanissime gemelle Lisa-Kainde e Naomi Diaz si è mossa addirittura la XL Recordings (Radiohead, Adele, Jack White, ecc.) Le due diciannovenni, una pianista e cantante e l’altra percussionista, sono figlie d’arte: il padre Miguel “Anga” Diaz era percussionista (maestro di conga) nei Buena Vista Social Club, ma Lisa-Kainde e Naomi giurano di aver iniziato a comporre musica solo dopo la sua morte, avvenuta quando avevano 11 anni. La molteplice provenienza culturale è molto importante per comprendere la loro musica: nate a Parigi, trasferitesi per un po’ a Cuba, dove sono cresciute nella cultura Yoruba, ovvero lingua, religione e tradizioni che gli schiavi deportati da Nigeria e Benin portarono con sé nei Caraibi e in Brasile. Ora vivono di nuovo nella capitale francese con la mamma franco-venezuelana. Un miscuglio così intrigante che non poteva che trasformarsi in una musica ricca di suoni e riferimenti. Così le due sorelle (Ibeyi significa proprio gemelle), molto diverse caratterialmente e anche nei gusti musicali, fra una discussione e l’altra, e con l’aiuto di Richard Russell della XL, hanno costruito un album che fonde spiritual, elettronica, r’n’b, hip-hop, soul, jazz, musica etnica afro-caraibica e molto altro (In Think of you si sentono echi di Ryuichi Sakamoto), unendo in modo molto interessante tradizione e modernità, anche all’interno di ogni singola canzone (River, ad esempio, ha una ricchezza di suoni e di generi sorprendente, così come Mama Says, che rispolvera trip-hop, con l’aggiunta di soul, il tutto accompagnato da un delicatissimo pianoforte). Ibeyi è cantato in inglese, in francese e nella lingua Yoruba e la voce eterea di Lisa ricorda a tratti quella di Bjork e di Sinead O’Connor (ascoltare Oya per credere), ma anche Naomi, che con le sue percussioni fornisce un ipnotico ritmo fondamentale a tutto l’album, contribuisce vocalmente, ad esempio nella finale canzone a cappella intitolata proprio Ibeyi. Le ragazze hanno inserito coraggiosamente molte emozioni legate a dolorose vicende personali, che rendono il disco intenso, oltre che denso. Da non perdere! (Katia Del Savio)

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