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DELLERA, STARE BENE E’ PERICOLOSO, MARTELABEL 2015

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Il secondo lavoro solista di Dellera, bassista degli Afterhours e molto altro, è un vero e proprio atto d’amore per il pop-rock anni ’60 e ’70. Stare bene è pericoloso parteggia smaccatamente per il beat italiano e per il rock internazionale di quegli anni, senza mollare mai quell’ispirazione per un attimo. Più che di un cantautore questo è proprio un disco di un musicista che cura ogni suono e arrangiamento come un proprio figlio, e il brano Maharaja, al quale ha collaborato, fra gli altri, l’ex leader degli australiani Jet Nick Chester, è l’emblema di questa ricerca spasmodica verso il “suono perfetto”. Ma se nel caso di Maharaja il risultato è notevole, in altre canzoni (come ad esempio The Costitution, registrato in Inghilterra, o Testa floreale) questo atteggiamento fa perdere quella spontaneità che era propria del precedente album, il bellissimo Colonna sonora originale. Insomma, troppa carne al fuoco rischia di distrarre l’ascoltatore. In questo senso i brani arrangiati in modo più semplice, come Non ho più niente da dire, sognante ballata cantata in coppia con Rachele Bastrenghi dei Baustelle, Ogni cosa, una volta (scritta per la colonna sonora del film Senza nessuna pietà) o Stare bene è pericoloso, sono i più riusciti, soprattutto nell’ottica di far rivivere i favolosi anni ’60. Ottime, infine le dilatate Siamo argento (riflessione spirituale con uno stile che ricorda molto Cesare Cremonini, e questo è un complimento) e soprattutto Un ultimo saluto, brano lentissimo con una meravigliosa, malinconica, melodia sottolineata dagli archi dell’amico Rodrigo D’Erasmo. (Katia Del Savio)

 

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