Tag Archives: Salvo Ruolo

MY FAVOURITE THINGS 2015/KATIA

katia

Non potevo che partire da loro, dalle gemelle Ibeyi, il cui omonimo disco mi ha piacevolmente tormentata per quasi tutto il 2015. Nella mia playlist dell’anno ho inserito la loro River, primo singolo, ma avrei potuto mettere anche moltissime altre tracce piene di spunti provenienti dai generi più disparati: spiritual, elettronica, r’n’b, hip-hop, soul, jazz, musica etnica afro-caraibica. Il secondo brano appartiene a uno di quei dischi da molti definito fra i più belli dell’anno, DIE di Iosonouncane, e il suo titolo è Carne, brano prog di infinita bellezza e completezza. Il terzo è l’elettro-pop Imperfezione, ottima sintesi del mondo sonoro di Meg, artista che non ha bisogno di presentazioni ma solo di nuovi proseliti a ogni suo nuovo progetto. Divertente, originale, sincera, Meg è un esempio per le nuove generazioni di musicisti e cantautori che vogliono scegliere uno stile tutto loro. Una di questi è senz’altro Mimosa Campironi, attrice che ha debuttato nel mondo discografico con La terza guerra, ottima prova ricca di idee e che qui è rappresentata dalla struggente Fakhita, dedicata a una prostituta. Segue la morbidissima, decadente, a tratti stridente ballata L’ultimo saluto – L’addio tratta dal secondo album da solista di Dellera, bassista degli Afterhours, Stare bene è pericoloso, un disco  che omaggia smaccatamente il rock anni ’60 e ’70. Il pop elettronico dalle venature soul H-Pt1 è il brano perfetto dei Terzo Piano, band di Cava dei Tirreni che ha debuttato con Super Super e che meritava di entrare in questa lista per la sua disarmante orecchiabilità. Il “sorriso sonoro” di Erica Mou emerge prepotente da Niente di niente, estrapolato da Tienimi il posto, un album in cui la cantautrice ci insegna soprattutto come si può giocare con la voce, senza strafare, interpretando fino in fondo una canzone. Impossibile non inserire un pezzo di Sananda Maitreya per rappresentare il 2015 in musica per me. Intervistarlo è stato un onore e I wanna breathe è uno dei pochi brani che nell’ultimo complesso e interessante album The Rise of the Zugebrian Time of Lords ha un legame con la vita precedente dell’artista, quando in sostanza si faceva chiamare Terence Trent D’Arby e non pensava ancora al Post Millennium Rock. Il pezzo parla del caso di Eric Garner, ennesimo afroamericano ucciso da un poliziotto bianco americano. Indecisissima fino all’ultimo su quale traccia scegliere dal loro primo album, 10 e 9, alla fine ho inserito la languida I Santi. Sto parlando di IoelaTigre, duo femminile che alterna punk a ballate dolcissime che aveva già colpito la mia attenzione con il suo primo Ep. Chiudono le mie preferenze due autori diversissimi tra loro: Colapesce, con il suo stratificato elettro-pop Copperfield, tratto dal secondo album Egomostro, tutto da ascoltare, e Salvo Ruolo con Malatempu (disponibile attraverso Bandcamp), prima traccia dell’affascinante Canciari patruni ‘un l’è bittà che racconta il Risorgimento dalla parte delle popolazioni del Sud. Un album folk appassionante sia per le vicende raccontate che per la sua ricchezza sonora creata soprattutto da strumenti acustici. Buon ascolto! (Katia Del Savio)

https://salvoruolo.bandcamp.com/track/malutempu

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INDIANA PLAYLIST APRILE

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Credevate che ci fossimo dimenticati… ma eccoci qui con l’INDIANA PLAYLIST di APRILE! Come sempre c’è l’imbarazzo della scelta: da Imperfezione di Meg, artista antesignana della nuova generazione degli elettro-cantautori e protagonista con un’interessante intervista del nostro MAGAZINE di aprile, alle eleganti sonorità pop-dance dei bolognesi Wolther Goes Stranger, dal jazz-rock-funk di Disco in ferro dei bravissimi Moorder al folk in siciliano di Malutempu sapientemente creato da Salvo Ruolo, dal pop-rock semplice e romantico di Enrico Farnedi (qui in Fammi vedere) al post-punk di Mad Truth degli inglesi The Pop Group (prossimamente recensiti su Indiana), dalle geniali sperimentazioni di Iosonouncane (qui con Carne) all’indie-folk di Courage degli irlandesi Villagers (domani la recensione del loro album sarà online) fino ad arrivare all’hip-hop industriale dei Death Grips (qui con Billy Not Really). In tutto 13 brani da assaporare qui in streaming. Buon ascolto.

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INDIANA PLAYLIST FEBBRAIO

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Dal folk all’elettronica, dal cantautorato al punk, dall’Italia agli Stati Uniti, eccovi la nuova infornata di 10 brani che stanno tormentando le nostre menti indiane questo mese. Ascoltate, condividete e commentate l’INDIANA PLAYLIST DI FEBBRAIO. Continuate a seguirci anche su Facebook e Twitter. Ne approfittiamo per annunciarvi che INDIANA ha superato le 10 mila visite! Grazie a tutti voi. Ora non ci resta che augurarvi un buon ascolto (fate scorrere la barra di Spotify fino in fondo). Matteo Ceschi, Elisa Giovanatti e Katia Del Savio.

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SALVO RUOLO, CANCIARI PATRUNI ‘UN E’ L’BITTA’, CONTRORECORDS 2015

copertina

Per comprendere la copertina western e l’essenza dell’intero disco è meglio partire dalle parole usate dallo stesso cantastorie Salvo Ruolo: “Il nostro far west in verità lo abbiamo avuto. E’ successo.“Canciari patruni ‘un è libittà” (Cambiare padrone non ti dà la libertà) parla del nostro west, della nostra epopea. Di unità o malaunità. Di briganti e partigiani e di anarchici, ed anche di quel risorgimento in nome del quale si è dimenticato di dare voce ai più deboli. Da nord a sud di questa Italia senza memoria”. L’intenzione di Salvo è quindi chiara: raccontare episodi spesso dimenticati o celati persino nei libri di storia sui soprusi e sulle stragi commesse in nome dell’Unità d’Italia nei confronti delle popolazioni del Sud durante il Risorgimento. Un’operazione che ricorda quella fatta dal giornalista e scrittore Pino Aprile nel libro best seller del 2010 Terroni e che qui viene portata avanti attraverso l’uso del dialetto siciliano antico, facendo di Canciari patroni ‘un è libittà una sorta di Crueza de ma siciliana. Un album intenso, che si avvale della produzione di Cesare Basile (anche co-autore di Passannanti e musicista poliedrico) e che inizia mettendo subito le cose in chiaro nella cadenzata Malutempu, con i versi “Sti quattro malandrini du Savoia scannare picciriddi ‘nte panzi di so’ matri futtennu cosi casi e puru fimmini di chiesa” (Questi delinquenti dei Savoia ordinarono di uccidere perfino bambini nel grembo delle madri razziando cose case e donne di chiesa”.) e che si conclude con la tristissima ninna nanna Picchì brisci accussì notti, che narra di una tragica storia d’amore. Salvo Ruolo incarna a tutti gli effetti il perfetto folksinger, che racconta di leggende e storie vere di briganti, prostitute, eroi, intellettuali e artisti siciliani (lo scrittore Ignazio Buttitta e la folksinger Rosa Balistreri nel brano Buttitta e Balistrieri) fornendo all’ascoltatore un importante bagaglio storico-artistico-culturale con l’aiuto della splendida lingua siciliana, della sua voce sanguigna e dal sapiente uso da parte sua e dei musicisti di strumenti come banjo, mandolino, percussioni e slide guitar. (Katia Del Savio)

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