Tag Archives: Sons of Anarchy

KADAVAR, BERLIN, NUCLEAR BLAST/TEE PEE REC. 2015

Kadavar-Berlin_easy

Senza girarci troppo intorno, Berlin, terza fatica dei tedeschi Kadavar (mi raccomando, non fatevi intimorire troppo dal nome horror!), sale in cima alla lista delle mie personali preferenze del 2015. Se a ciò aggiungiamo una copertina (opera della fotografa Elizaveta Porodina) degna dei migliori e più spinti “Seventies Dreams”, rischiamo di raggiungere una perfezione pitagorica dai risvolti mistici e misticheggianti. Deliri a parte, con l’album che prende il nome dalla città natale Lupus Lindemann, Tiger Bartelt e Simon Bouteloup riescono ad alzare ulteriormente l’asticella rispetto ai precedenti ed ottimi lavori, in particolare Abra Kadavar del 2013.

Kadavar 2015a_Joe Dilworth_easy

Appurato che il modello rimane quello di un hard rock duro & ruvido, un po’ à la Sons of Anarchy, se me lo concedete, bisogna proprio ammettere che il trio tedesco è riuscito ancora una volta a stupire quanti già avevano gridato al miracolo. Rispetto al passato più recente il sound si dilata fino ad abbracciare, in occasione della potente Last Living Dinosaur, le ragioni di una potenza psichedelica dai rivolti dark. Con The Old Man, invece, la band vira verso umori decisamente più popular – ma non per questo scontati – e strizza l’occhio alla semplicità assassina dei KISS, per poi decollare in direzione di una galassia sonora di cui avevamo perso memoria e coordinate. A completare il capolavoro, se non bastasse, arriva, infine, la bonus track, Reich der träume: il brano, un’epica cavalcata verso l’empireo che molto si avvicina alle atmosfere sospese di Nel corso del tempo di Wim Wenders, sboccia all’improvviso offrendo all’ascoltatore la possibilità di sbirciare nel futuro di una delle band più promettenti del Vecchio continente. (Matteo Ceschi)

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MARILYN MANSON, THE PALE EMPEROR, HELL ETC./COOKING VINYL 2015

MM 2015

Secondo album da indipendente per il reverendo dell’eccesso e della provocazione. Mr. Manson, tra una ripresa e l’altra della serie TV Sons of Anarchy, si è chiuso in studio è ha sfornato un disco che trasuda una solida e matura inquietudine umana che riesce a smussare – ma, diciamolo a chiare lettere, non a cancellare – gli insegnamenti del buon William Blake. Musicalmente assistiamo a un’evoluzione rispetto al precedente Born Villain: l’hard rock verte decisamente più verso un blues malato di punk che ha da un lato in Danzing e dall’altro in un’elettronica dark, a metà tra Depeche Mode e Nine Inch Nails, i suoi maggiori riferimenti. Il tutto poi è condito da una sapiente dose di Eighties tanto che ogni tanto sembra fare capolino qua e là il Billy Idol di Shock the System. I fedeli adepti di Marilyn di fronte a questi paragoni potrebbero storcere abbondantemente il naso ma rischierebbero di vederlo cadere molto presto: le nuances evidenziate arricchiscono, infatti, il “DNA metallaro” di Manson rendendo meno opprimente e cupo il sound e permettono a tutta una nuova schiera di ascoltatori di avvicinarsi alla sua musica. Il tempo per una “pesante lezione” di storia c’è sempre, ma ora vale la pena di godersi dall’inizio alla fine questo magnifico The Pale Emperor. Tra i vari formati in vendita, il mio vivo consiglio , è quello di acquistare il doppio LP; le sorprese, e non mi sto limitando alle sole tre bonus track acustiche, non mancheranno di stupirvi. Il 2015 non poteva iniziare meglio! (Matteo Ceschi)

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