Tag Archives: Fabrizio De André

LE OMBRE DI ROSSO, MOMENTI DI LUCIDITÀ, AUTOPRODUZIONE 2016

ombredirosso

Debutto discografico del sestetto trevigiano Le Ombre Di Rosso, Momenti di lucidità è un album sorprendentemente maturo, erede da molti punti di vista del migliore e più alto cantautorato nostrano, De André su tutti. Colto nell’approccio, vivo nella rivisitazione del folklore, Momenti di lucidità coniuga l’ottima vena poetica di Fabio Fantuzzi (voce, armonica, chitarra, banjo) con una musica che non potrebbe fluire con più naturalezza (figlia in gran parte di Andrea Alzetta, alle prese con pianoforte, fisarmonica e organo), interpretata da musicisti in gran forma. Parte forte con Hey vecchio pazzo, brano incalzante presto seguito dall’altrettanto ben scritto Ma che ne sai, cui succede, a completare una triade particolarmente ispirata, L’equilibrista. Sono tutti pezzi che, in diversa misura, pescano in quei sapori gitani o balcanici diventati ormai sempre più spesso dei semplici, stanchi, cliché da mettere in bella vista al concerto del Primo Maggio, e che qui invece rivivono, autentica eredità culturale coltamente e sapientemente riproposta. C’è poi spazio per atmosfere swing, momenti riflessivi e musiche jazzate (Non è finita ma sta per finire), mentre il ritmo progressivamente rallenta e un velo di nostalgia si stende a coprire il commiato della band. I miei complimenti alle Ombre. (Elisa Giovanatti)

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EMILIANO MAZZONI, COSA TI SCIUPA, GUTENBERG MUSIC 2014

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Dall’Appennino modenese la voce languida di Emiliano Mazzoni riscalda il cuore. Ascoltando il suo cantautorato al pianoforte, viene in mente l’immagine intima di uno chalet di montagna dove fuori scende una gelida neve e dentro ci si protegge con una coperta davanti al camino scoppiettante. Cosa ti sciupa, secondo lavoro solista dove Mazzoni è accompagnato da Luca Rossi (ex componente degli Üstmamò e collaboratore di Giovanni Lindo Ferretti), è composto da una serie di ballate, che vanno dalla morbida Diva alla spaghetti western Nell’aria c’era un forte odor, dalla ritmata Ma perché te ne vai (una delle nostre preferite) al notturno classicheggiante di Ciao tenerezza, fino al valzer di Non lascirami qui. Le radici dello stile di Emiliano affondano nel cantautorato italo-francese (vedi Fabrizio De André) e nelle produzioni indie-rock più pregiate. Lui non fa nulla per nascondere questi riferimenti anzi, li esalta con l’intensità dell’interpretazione, con la meticolosa scrittura dei testi e con la precisione degli arrangiamenti. (Katia Del Savio)

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